domenica 19 dicembre 2010

PROGRESSO ?

Dalle Grandi Opere alle Guerre Energetiche e Umanitarie, quello che ci viene spacciato per progresso, si rivela solo profitto e potere per i soliti noti...


Dalle Ande alla selva Amazzonica, dal delta del Niger all' Islanda, dalle Alpi alla Sicilia...non tutti si rinchiudono in casa...


CICLO DI PROIEZIONI / DIBATTITI...



GIOV. 23 DICEMBRE

"Uranio" - filmati contro il nucleare civile e militare

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GIOV 30

"Ballata ai petrolieri, 13 variazioni su un tema barocco" - Sicilia : petrolieri tra gli ulivi ?

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VEN 7 GENNAIO

"Delta del Niger" - Oro nero in Nigeria

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VEN 14

"Una montagna di balle" - Inceneritori, discariche e ...rivolte

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GIOV 20

"Anno 2018 verrà la morte" - L' amianto uccide !

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GIOV 27

"T.A.V fermarlo è possibile e fermarlo tocca a noi" - La Dea Velocità ha incontrato sul suo cammino, ostacoli imprevisti...

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Saranno presenti - mostre "Una volta per tutte contro il nucleare"
e "Sicurezza e i suoi nemici"

- banchetto controinformativo / stampa libertaria ecologista


Le iniziative avranno inizio per le ORE 21, presso il salone della Coop del quartiere di S.Antonio, in v.EMILIA PAVESE 238.........PIACENZA............


SOLIDARIETA' AI POPOLI IN LOTTA !



Antiautoritari spinenelfianco.blogspot.com oltrelariga@libero.it

martedì 14 dicembre 2010

dicembre...PRESIDI CONTRO IL NUCLEARE e la società che lo richiede...

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DICEMBRE.......2010...

PIACENZA sabato 18 --- 15:30-19:30 p.zza Cavalli

CAORSO (pc) domenica 26 --- 9:00-13:00 via Roma



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LIBERIAMOCI DALLE FABBRICHE DI MORTE !!


Energia per chi ? Energia per cosa ?

Basta radiazioni, basta centrali, basta produrre armi.

Altro che guerre umanitarie...

Altro che energia pulita...


BASTA AFFARI SULLA NOSTRA PELLE !


Alcuni/e Antinuclearist@ oltrelariga@libero.it

mercoledì 1 dicembre 2010

PRESIDIO ANTICARCERARIO

DOMENICA 5 Via Cà del Ferro - sotto le mura del carcere di CREMONA - DALLE 14 ALLE 18.


Attenti alle tematiche della repressione ci sembra particolarmente significativo organizzare un presidio sotto le mura del carcere di Cà del ferro, in quanto espressione massima delle strutture repressive/detentive sul nostro territorio. La giornata è aperta alle partecipazioni di compagni, famigliari e chi altro voglia continuare a spezzare l’isolamento. Vogliamo mantenere la promessa data al presidio del 21 agosto, come anche quella alla mamma di Marcello Lanzi, ucciso nel carcere delle Sugare di Livorno, dove invitava alla mobilitazione e altri giri di vita.

Siamo risoluti ad avere sempre più verità sulle reali condizioni carcerarie per portare all’interno il nostro sostegno. In tutte le carceri permane una realtà fondamentalmente dominata dalla violenza delle guardie frustrate e razziste, dalle coscienti “trascuratezze” combinate da direzione, medici e istituzioni varie a danno della salute, della dignità e dell’identità delle persone in galera. Cà del ferro, Bassone, San Vittore e le altre realtà, sanno cosa sia il sovraffollamento, la mancanza d’acqua calda (soprattutto a chi si trova ai piani più alti), al mangiare (particolarmente a chi si trova alla fine dei corridoi) e della precaria assistenza sanitaria, spesso risolta con stampelle e iniezioni cortisoniche, giudici che danno arresti domiciliari solo agli italiani (poiché gli immigrati non hanno documenti) e soffitti che perdono acqua, come questo sistema.


Solidal* di Crema e di Cremona

sabato 27 novembre 2010

PRESIDIO a CAORSO (PC)

CONTRO IL NUCLEARE E IL MONDO CHE LO PRODUCE


come ogni quarta domenica del mese

CAORSO (pc)

DOMENICA 28 DALLE 9 ALLE 13

- banchetto controinformativo

- mostra

- volantinaggi itineranti



LIBERIAMOCI DELLE FABBRICHE DI MORTE !!

Energia per chi ? Energia per cosa ?

Basta radiazioni, basta centrali, basta produrre armi.


Altro che guerre umanitarie...

Altro che energia pulita...

BASTA AFFARI SULLA NOSTRA PELLE !


Alcuni/e Antinuclearist@ oltrelariga@libero.it

sabato 6 novembre 2010

FASCISTI DI FOGNA NUOVA - BS.

SABATO 13 NOVEMBRE ORE 14:00

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA CONTRO CORTEO NAZIONALE DI FORZA NUOVA.

Il 13 novembre 2010 l'organizzazione neofascista Forza Nuova ha indetto una manifestazione nazionale, proprio a Brescia. Dopo un periodo di crisi e sconfitte, i neofascisti hanno richiesto l’aiuto di tutti i loro camerati presenti sul territorio nazionale per sfilare e cercare visibilità a Brescia.

Numerose sono le aggressioni di cui si sono resi colpevoli i membri di questo partito. Solo gli atti più noti:

•nel 2004 a Bari 14 militanti vengono arrestati per una decina di aggressioni.

•nel 2006 a Brescia: molotov contro il Magazzino 47: imputati 5 fascisti di Fn.

•nel 2007 a Rimini tutti i militanti della locale sezione vengono arrestati con l’accusa di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.

•nel 2008 a Treviso 11 militanti vengono arrestati per associazione sovversiva.

•Non ultimo, nell’omicidio di Nicola Tommasoli, uno dei 4 accusati è risultato essere militante di Forza Nuova.

Il tentativo ultimo di questo gruppuscolo è quello di mascherare le loro posizioni razziste e xenofobe con affermazioni (solo quelle) apparentemente antagoniste e "sociali". Tentativi, tra l'altro messi in campo dagli anni Settanta, sempre senza risultati. Forza Nuova, come ben sappiamo, è solo l’espressione più volgare, misera e violenta di un fascismo divenuto ormai "normalità", all'interno di una società dove i diritti e le sicurezze sociali sono sempre più minacciati dalla paura, dalla repressione e dagli interessi dei "poteri forti”.

Invitiamo tutte le realtà antifasciste alla mobilitazione il 13 novembre a Brescia



PRESIDIO DALLE ORE 14.00 Piazzale di Viale Piave, 46 (nei pressi di "Brescia Soccorso")

SEGUIRA' MANIFESTAZIONE IN QUARTIERE

Rete antifascista provinciale Brescia - http://fuochidiresistenza.noblogs.org

domenica 31 ottobre 2010

NUCLEARISTI ITALIANI : un primo elenco

Nei giorni scorsi è stato costituito il Forum nucleare italiano, un’associazione cosiddetta no profit per promuovere l’energia dell’atomo in Italia.

Il suo presidente è Chicco Testa, un tempo presidente di LEGAMBIENTE...

Tra i soci fondatori troviamo: Alstom Power, Ansaldo Nucleare (gruppo Finmeccanica), Areva, Confindustria, E.ON, Enel, Federprogetti, Flaei-Cisl, GDF Suez, Politecnico di Milano, Università la Sapienza di Roma, Sogin, Stratinvest Energy, Technit, Technip, Tecnimont, Tern, Uilcem, Università di Genova, Università di Palermo, Università di Pisa, Westinghouse.

Segnaliamo inoltre che BNL, Unicredit e Banca Intesa San Paolo hanno investito, tra il 2000 e il 2009, oltre 92 miliardi di euro nel nucleare.

venerdì 22 ottobre 2010

PRESIDIO CONTRO IL NUCLEARE - CAORSO (PC) 24.10

DOMENICA 24 dalle 9 alle 17.


consueto PRESIDIO CONTRO-INFORMATIVO

per le vie di CAORSO, in occasione del mercato mensile.

volantinaggi itineranti, banchetto controinformativo/distro ecologista, mostra


Alcun@ Antinuclearist@

oltrelariga@libero.it

mercoledì 29 settembre 2010

LA GUERRA E' QUI.

(volantino distribuito a La Spezia)


Nonostante oggi, nella propaganda mediatica, si definiscono “umanitarie” e “operazioni di pace”, tutta una serie di terminologie in uso di chi le guerre le crea, ci guadagna e le fomenta per interessi economici, sopratutto.

D’altronde se una guerra è violenza, stragi, controllo del territorio e delle risorse, stupri e genocidi, allora, a ben guardare, la guerra è ben presente qui ed ora, nelle città, nelle case.

La guerra si alimenta di pace sociale, entrambi sono operazioni di controllo e gestione sociale, culturale, economica, politica.

Se qualcuno ancora non arriva a comprendere certe cose, ecco spiegato il perché esiste questa società…

Anni fa nello spezzino era viva una lotta che alcune/i anarchici conducevano contro il militarismo in ogni sua espressione; contro le guerre, la militarizzazione del territorio, le fabbriche di morte, così come il carattere autoritario e prevaricatore stesso che è alla base del militarismo.

Numerose iniziative si succedevano, dai cortei ai presidi, diffusione di opuscoli e manifesti, fino alle scritte murali e a qualche azione di “disturbo” indirizzate a negozi e ditte che operavano nel mercato della guerra; questo perché c’era semplicemente tanta rabbia che si manifestava nell’aperta ostilità verso una città caserma…

Se tanto si voleva fare e si vuol fare contro il cancro militare statale, non si cadeva comunque nell’errore di farsi accompagnare e imbavagliare dai soliti sinistri riformisti, quelli che sbraitano di pace in piazza e poi fan parte del carrozzone, bravi nel cianciare di equo solidarietà, diritti e non violenza per poi mandar avanti, comunque, questo sistema di morte.

Perché la società è la guerra nei suoi apparati, leggi, nei rapporti sociali e nella democratica autorità, quindi non si può tollerare questa società se non si vuole la guerra…

Crediamo necessario la ripresa della lotta antimilitarista antiautoritaria, a questo servono queste righe; una ricerca e diffusione pubblica degli interessi legati all’industria bellica ci dovrebbero servire come un obiettivo in cui evidenziare le responsabilità nella produzione d’armi, nella propaganda guerrafondaia e nell’amministrazione della macchina militare, ampliare e tessere una lotta dalle più svariate pratiche, dai presidi alle azioni di disturbo, critica e sabotaggio, ciascuno come vorrà e con chi troverà al fianco, come sta avvenendo in varie parti d’Italia, dal Trentino alla Sardegna; nelle lotte contro basi militari, operazioni di guerra o la presenza di militari a pattugliare le città, molti sono coloro che si oppongono con proteste, azioni di sabotaggio, blocchi e occupazioni, tanti sono i modi per non lasciarli tranquilli…

perché la guerra è attorno a noi! Le caserme, le strutture e aree militari, le fabbriche d’armi e dell’indotto civile (Oto Melare, Intermarine, Fincantieri,..) sono qui a ricordarci che non può esistere la pace in questa società, soprattutto se restiamo a guardare…

Muoviti, muoviamoci tutti, riprendiamo la lotta antimilitarista, fuori dalle istituzioni, autorganizziamoci; insieme siamo più forti.

Ricordiamoci che dietro le forze armate, a fare le guerre, ci sono i governi, le banche, le multinazionali, i media, ed è a tutte queste organizzazioni terroristiche che un antimilitarista dovrebbe rivolgere la propria rabbia, l’odio e un’opposizione senza compromessi.

Uno slogan ai tempi del vietnam diceva “portare la guerra a casa”, provarci almeno..

son tempi di pace se sei complice dell’indifferenza o son tempi di guerra se urli la tua complicità fino alla libertà..

antimilitaristi antiautoritari spezzini sparsi

LA RASSEGNAZIONE CONTINUA...

riceviamo e diffondiamo ulteriore "articolo" :

...Il periodo sarebbe fecondo per movimenti di lotta contro questo capitalismo dato per agonizzante ma sempre vivo e vegeto (sotto nuove e più raffinate, inafferrabili forme magari),ma quello che si vede in giro, in Italia, non è molto incoraggiante…resistenza operaia che ha sì avuto vittorie locali (INNSE insegna), ma che non si radicalizza né si diffonde, con una rassegnazione che mi lascia ammutolito a volte…Vedo nero?

A livello locale (Piacenza), la stagione delle lotte 2009 è stata segnata dalla vittoria della campagna NoTube (campagna contro l’installazione di centrali idroelettriche lungo i corsi dei torrenti di montagna) che ha rappresentato un importante precedente. Per il resto, la pace sociale che da troppi anni regna da queste parti porta al punto che la semplice accensione di un fumogeno ed il presidio davanti ad i cancelli di una scuola comportino una denuncia per lancio di oggetti pericolosi e violenze privata!

Un volantinaggio in dissenso all’operazione “Strade Sicure” (ovvero il pattugliamento delle strade della città- con più attenzione per quelle dello shopping e quelle definite “degradate”- da parte di pattuglie miste di militari-polizia-carabinieri) costi una denuncia per stampa clandestina a un compagno (commutata a 102 euri di multa). Compagno identificato dalla spifferata del coraggioso titolare di un negozio dotato di telecamera, che non ha nulla di meglio da fare che ricoprire il triste ruolo di delatore. Non male per la democrazia vero?

Il 21 novembre poi, un nazi ventunenne legato all’estrema destra locale, armato di coltello e spalleggiato da due “camerati”, non ha trovato niente di meglio da fare che ferire due ragazzi (peraltro estranei ad una militanza di sinistra o antagonista, semplicemente stavano impedendo al figuro le sue provocazioni a base di cori hitleriani) all’uscita del bar della storica coop. dell’Infrangibile, quartiere popolare nella prima periferia piacentina. Risultato: un ragazzo sfregiato permanentemente al volto, un altro al quale per miracolo non è stata tagliata la gola. Il nazi adesso è in gabbia accusato tra l’altro di lesioni permanenti e tentato omicidio. Si dice pentito…Il fatto ha dato luogo ad un partecipata manifestazione antifascista, con almeno 700 persone, alcune anche da altre città (i compagni del CSA Dordoni di Cremona, i CARC milanesi) che hanno sfilato dal luogo del ferimento fino al centro della città. Un bel segno, per una città che a volte dimentica di essere medaglia d’oro per la Resistenza.

Intanto contiamo 1200 morti sul lavoro l’anno di media; mentre scrivo sta per ricorrere l’anniversario della strage alla Thyssen Krupp di Torino, dove 7 operai a causa delle condizioni di sicurezza inesistenti sono BRUCIATI VIVI, ammazzati dai quei sub-umani di dirigenti per i quali la vita di un proletario è meno di niente. Fino a metà novembre 2009, ben 61 suicidi indotti dalle condizioni di detenzione nelle carceri italiane. 12-14 detenuti/e stipati in celle da 20 metri quadri. Il tasso di suicidi in carcere è maggiore di 20 volte rispetto a quello della società esterna.
E mentre accade tutto questo, l’ineffabile classe politica italiana (sia di centrodestra che di centrosinistra) ci ha regalato negli ultimi mesi un susseguirsi di scenette che sembrano scaturite dalle barzellette della Settimana Enigmistica, con presidente di regioni beccati in mutande in appartamenti “equivoci” (come si diceva una volta) alle prese con carabinieri estorsori, ed altri personaggi di bassa statura (anche morale!) che, oltre ad avere bisogno di un trapianto per rimpiazzare i capelli non più fluenti come una volta, probabilmente contribuiscono notevolmente al successo delle industrie farmaceutiche che commercializzano il Viagra, a cause dei dispendiosi festini a base di donzelle ben pagate o annebbiate dalla promessa di un lavoro nel rutilante mondo dello spettacolo. Nel frattempo i suoi scagnozzi votano leggi una peggiore dell’altra, criminalizzando i migranti e salvando gli amici mafiosi.

Uno dei peggiori propagandatori dell’odio razziale, che si ergeva a modello di onesto cittadino che paga le tasse e bla bla bla, il pessimo assessore leghista Prosperini di Milano, è adesso indagato per tangenti ed evasione fiscale…il peggior esempio di ricco di merda che si ingrassa mentre aizza i poveri a scannarsi tra loro per continuare i suoi sporchi intrallazzi…Ad un figuro di tal risma non si può che augurare che l’odio che ha sparso a piene mani gli torni indietro moltiplicato per dieCI.

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TERREMOTO in ABRUZZO - LO STATO professionalmente OCCULTA e SPECULA.

TESTIMONIANZA DIRETTA

Mi è stato chiesto di scrivere “due righe” sul terremoto di L'Aquila del 06-04-2009 e mi rendo conto che, a tutt'oggi, malgrado siano passati più di 5 mesi, non è facile ripensare a quei giorni... probabilmente proprio perché una parte di me è rimasta lì, sepolta, sotto le macerie della mia città.

Nei primi 2 mesi dopo il sisma mi venivano continuamente alla mente 2 films, “The others” e “Mistero ad alta quota” nei quali i protagonisti, pur essendo trapassati, continuano inconsapevolmente a “vivere” la propria quotidianità: ho vissuto col terrore che da un momento all'altro anch'io avrei potuto rendermi conto di essere morto.

Descrivere ciò che è accaduto quella notte, davvero, non è semplice e lo è ancor meno capire, per chi non l'ha vissuto, cosa significa avere sotto i piedi una scossa di circa 40 secondi di 6,3 Magnitudo Richter.

Altrettanto difficile è capacitarsi del fatto che in un così breve lasso di tempo, 40 secondi, la propria vita possa essere totalmente e irreversibilmente stravolta senza poter fare niente per evitarlo.

Vedersi crollare (nel vero senso della parola) davanti agli occhi ogni propria certezza, ogni punto di riferimento e ogni progetto per il futuro in pochi secondi è una sensazione terribile che annichilisce...

Quando non ti rimane più niente, cominci a vedere le cose in maniera molto differente... perdi la casa con tutto quello che c'era dentro e devi ricominciare da zero ritenendoti fortunato per il semplice fatto di essere sopravvissuto...

Cercherò di descrivere quella che è stata la mia esperienza.

Le scosse a L'Aquila sono cominciate a Novembre 2008, ma, essendo una zona altamente sismica, nessuno aveva dato al fenomeno il giusto peso o comunque nessuno si aspettava che potesse succedere quello che di fatto è successo qualche mese dopo, infatti, avevamo imparato a convivere col sisma dato che ogni anno a primavera e in autunno il verificarsi del fenomeno era cosa normale.

Il problema, questa volta, era che a partire da Novembre le scosse di lieve entità si erano ripetute con una certa frequenza fino ad arrivare a quella di fine Maggio di Magnitudo 5.4.

Da lì è iniziata la paura collettiva, anche perché cominciava a circolare la voce secondo la quale uno studioso dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia allarmava la popolazione che all'inizio di Aprile sarebbe arrivata “quella grossa”, ma le autorità locali, definendolo questo signore un mitomane, pensarono bene di tranquillizzare la popolazione e di non dare credito alcuno alle sue parole.

Domenica 5 Aprile ero a casa, prima scossa consistente alle 23:40 da 3,9 M, da lì comincia un giro di telefonate tra gli amici per decidere sul da farsi... ore 1:40, botta davvero notevole (ma dai dati ufficiali risulta addirittura inferiore alla precedente – come mai???) e molti decidono di uscire di casa e dormire in macchina o radunarsi nelle piazze o in spazi aperti.

E' da considerare, però, il fatto che L'Aquila è una delle città più fredde d'Italia, si trova a 740 metri sopra il livello del mare e ad Aprile la temperatura è ancora di poco superiore allo zero, infatti l'ultima nevicata c'era stata proprio 10 giorni prima...

Su msn, dopo quest'ultima scossa, parlavano già di molti crolli verificatisi nel centro storico, ma altrettante persone, me compreso, pensavano che fatta questa “botta” tutto sarebbe finito, anche perché, così come succedeva negli ultimi tempi, ad ogni scossa consistente seguiva un periodo di calma che durava qualche giorno.

Questa volta non fu così.

Mi sono rimesso a letto e ho cominciato a guardare “Le spose di Dracula”, film horror anni sessanta della Hammer con Peter Cushing.

Arrivato a metà film l'inferno... Senza alcuna avvisaglia, investito da una forza inimmaginabile, cade il monitor e tutto ciò che avevo in casa, sentivo solo un rumore assordante di vetri e piatti che in realtà era provocato non tanto dalle vettovaglie, quanto dai foratini delle mura e dai tramezzi del palazzo in cui abitavo al terzo piano che si sgretolavano.

Buio totale, schizzo in piedi dal letto e cerco riparo sotto lo stipite di una porta.

Il problema era che non si riusciva a stare in piedi perché il palazzo ondeggiava e sussultava quindi mi sono accovacciato per terra... il tutto si svolgeva al buio dato che il salvavita aveva staccato la corrente elettrica.

In quel momento non c'ho capito un cazzo... Finché non ha cominciato a squillare il cellulare, era mio padre che mi chiamava dato che da un paio di anni praticamente vivevo da solo.

Con la luce del telefono che filtrava da uno strato di libri, dischi, stereo, televisione e quant'altro era finito a terra vedevo quello che stava succedendo: l'armadio e i mobili della mia stanza si muovevano e si spostavano nella stanza mossi dal sisma come fossero scatole vuote.

Il terremoto sembrava non finisse mai, anzi, man mano aumentava di intensità e lì ho cominciato ad urlare per la disperazione perché pensavo che il palazzo sarebbe crollato e io sarei morto lì dentro, da solo, sotto le macerie...

Quei 40 secondi sono durati un'eternità e, in quelle condizioni (al buio e al terzo piano), la fuga sarebbe stata impossibile: pur volendo cercare di uscire, in 40 secondi, non sarei riuscito neanche ad arrivare alla rampa di scale del piano terra per poter uscire dal palazzo!!!

Cessata la scossa riesco a recuperare il telefono e a rispondere a mio padre che, fortunatamente assieme a mia madre, erano riusciti a mettersi in salvo appena era cominciata la scossa dato che abitavano al piano terra.

Non riuscivo a parlare... lui mi chiedeva come stavo e io balbettando sono riuscito solamente a dire “sono vivo”...

Sempre tramite la luce del cellulare sono riuscito a trovare per terra, in mezzo al macello di roba caduta, dei pantaloni, un paio di scarpe e le sigarette, fatto ciò mi sono avviato verso l'uscita facendo lo slalom tra i calcinacci che ostruivano i pianerottoli e le scale del condominio.

Pensavo “è finita”, ma il peggio doveva ancora arrivare.

Uscendo dal palazzo mi sono trovato di fronte uno scenario post-atomico, buio, una nuvola di polvere in cielo, nell'aria una puzza asfissiante di gas che proveniva dalle condutture danneggiate, palazzi distrutti, macerie ovunque e un assordante rumore di sirene degli allarmi di case e negozi, sembrava un bombardamento, mi sono trovato lì da solo...

Ho raggiunto la folla che nel frattempo si era radunata lungo la strada, scavalcando i pezzi dei palazzi caduti a terra e, nel delirio collettivo, ho cercato di individuare qualche faccia amica.

Quello che vedevo attorno a me era surreale, gente in mutande, molti erano scalzi, alcuni feriti accasciati a terra, alcuni che urlavano il nome dei propri familiari per vedere se fossero ancora vivi, gente sporca di polvere dei calcinacci... una ragazza con uno squarcio in fronte e il viso coperto di sangue che piangeva da sola seduta sul marciapiede...

Nel corso della notte la situazione è andata sempre peggio, ho visto cadaveri che venivano estratti dalle macerie... Nei giorni giorni seguenti ho saputo di aver perso 4 amici e una parente, ho constatato che la mia casa era gravemente danneggiata, non ho mangiato per tre giorni, mi sono lavato nelle fontanelle pubbliche, ho cagato e pisciato per strada e dormito in macchina per 2 settimane e poi... finalmente in tenda per altre 2 settimane di settimane!

Il peggio era arrivato...

Analizzando ora ciò che è successo nella fase post-terremoto, devo dire che di porcate ne ho viste tante e non mancherò di elencare le più eclatanti... unica nota positiva è stata l'immediatezza dei soccorsi: c'è stata una immane mobilitazione collettiva, a partire da quei sant'uomini dei vigili del fuoco che hanno rischiato la vita per recuperare i beni personali di prima necessità dalle case pericolanti, fino ad arrivare ai volontari che sono arrivati da tutta Italia.

Peccato per la pessima gestione della Protezione Civile strumentalizzata dal Governo, il quale non ha fatto altro che lucrare sulla nostra tragedia.

La protezione civile ha colto l'occasione per rinnovare il proprio parco auto attingendo dai fondi pubblici destinati ai disastri naturali e da quello che sarebbe stato il fondo per la ricostruzione: lo dimostra il fatto che c'è stata una vera e propria lotta per accaparrarsi la gestione dei vari campi tende da parte dei reparti regionali di Protezione Civile, tanto che la direzione centrale ha pensato bene di cedere a rotazione settimanale i vari campi ai tanti reparti regionali.

I militari e le forze dell'ordine hanno reso i campi tende dei veri e propri lager nei quali sono state vietate le attività di volantinaggio (persino quella relativa ad informare i terremotati sulla data, luogo e ora in cui si sarebbe svolta la fiaccolata commemorativa per le 300 e più vittime del terremoto), le assemblee indette dai vari comitati spontanei dei cittadini per la ricostruzione e addirittura qualsiasi assemblamento superiore a 3 persone.

Il governo ha provveduto, invece di aggiustare le case riparabili, a farne costruire delle nuove in mostruosi complessi abitativi (da 50 metri quadri ad appartamento) dal pessimo impatto ambientale costate 2.500 euro a metro quadro, appaltando i lavori a ditte che fanno capo all'Onorevole Castelli (le stesse che dovrebbero realizzare il famoso ponte sullo stretto di Messina) e all'unto dal Signore, Onorevole Silvio Berlusconi.

Il centro storico è ancora blindato dai militari e non è stato praticato nessun tipo di intervento verso edifici privati, le uniche opere realizzate sono state quelle pubbliche in occasione del G8.

Sono state infatti realizzate nuove strade, riasfaltate le vecchie, è spuntata dal nulla una superstrada, diverse rotatorie, rimessa l'erba nelle aiuole e ai bordi delle strade in cui sarebbe passata la delegazione straniera e addirittura installati chilometri di lampioni firmati Pininfarina... cosa che stona alquanto con il resto della città ridotta ad un ammasso di macerie ed edifici distrutti...

Anche agli albergatori della costa abruzzese gli è andata di lusso dato che hanno “ospitato” i terremotati alla modica somma di 58 euro al giorno a partire dal mese di Maggio, tutto a spese dello Stato, grazie al presidente della Regione, originario della costa e appartenente al PDL... e intanto i telegiornali continuavano a parlare del “terremoto in Abruzzo” mentre l'area colpita dal sisma era circoscritta esclusivamente alla provincia dell'Aquila.

Altro fatto stranissimo e forse il peggiore, è stato quello del declassamento del terremoto da 6.3 a 5.8 per evitare allo Stato, stando a quanto previsto dalla normativa, il risarcimento dei danni agli immobili al 100% (come è avvenuto per il terremoto in Umbria e in Friuli) in favore di quello al 60%... il bello che fino all'8 Aprile il sito dell'INGV riportava una scossa del 6.3, da quella data in poi la scossa è miracolosamente diventata di 5.8... posso assicurare, dopo aver vissuto quella di marzo da 5.4, che la scossa disastrosa del 6 aprile era mooolto più forte, altro che 5.8 e 6.3, lo dimostra il fatto che quella da 5.4 non ha fatto alcun danno mentre quella del 6 Aprile ha raso al suolo una città...

Questa è la mia storia e quella della mia città, attualmente mi sono trasferito nelle Marche, non so fino a quando rimarrò qui, torno a L'Aquila una settimana si e una no per lavorare e per provare col mio gruppo, i Disforia... per il resto speriamo bene!!!

Colgo l'occasione per ringraziare tutti gli amici che ci sono stati vicini dimostrandoci affetto e solidarietà, sbattendosi per organizzare concerti e benefit in nostro favore, un abbraccio di cuore a tutti!!!



Mauro & Disforia

IN IT FOR LIFE (A) CRUST-PUNX (E)



disforia@libero.it www.myspace.com/disforiacrust www.disforia.it

e

lunedì 20 settembre 2010

PRESIDIO CONTRO IL MOSTRO NUCLEARE - Caorso (PC)

CAORSO ( PIACENZA ) DOMENICA 26 DALLE 9 ALLE 16.30

in occasione del mercato mensile...

PRESIDIO CONTRO IL MOSTRO NUCLEARE

Il tempo delle sole parole è già finito, scendiamo per le strade, fermiamo
questo mostro, mai morto.

il silenzio è complicità !

banchetti contro-informativi, mostra "Una Volta per Tutte Contro il Nucleare
e il Mondo che lo Produce"
volantinaggi itineranti

n.b: ovviamente in tale presidio, partiti e istituzioni , non avranno
nessuno spazio...


Alcuni Antinuclearisti/e

domenica 19 settembre 2010

INCIDENTI NUCLEARI - casualmente dimenticati...

Incidenti Nucleari


Vi riportiamo in questo post 3 file pdf contenenti gli incidenti legati all’utilizzo del nucleare dall’inizio del secolo ad oggi. Queste liste, tratte dal sito www.progettohumus.it, le utilizziamo anche per le iniziative informative pubbliche e sono stati stampati solamente gli incidenti dal 1990 ad oggi, questo perchè per mostrarle tutte dovremmo stampare più di 200 fogli A4!

Come vedrete dall’elenco gli incidenti sono principalmente di quattro tipi: quelli legati all’uso militare (la maggior parte), quelli legati alla produzione di energia nelle centrali, quelli per la ricerca atomica e quelli legati alla medicina (per le radiografie per esempio).
Sicuramente la lista sarà incompleta, anche se in continuo aggiornamento, perchè spesso gli incidenti vengono tenuti sotto segreto militare o di stato.

Non pensate a un incidente nuclearare solo come alle colossali tragedie
tipo Chernobyl, a volte anche una piccola perdita da un reattore può
portare a conseguenze devastatnti.
Per questo forse questa lista può sembrarvi inverosimile ed è per questo, forse, che non ne sapevate niente.


• IncidentiNucleari_finoal1970.pdf
• IncidentiNucleari_1970_1990.pdf
• IncidentiNucleari_1990_oggi.pdf


da www.controilnucleare.noblog.org

mercoledì 15 settembre 2010

VIOLENZE....DEMOCRATICHE...

Cie - Lettera dei reclusi nel lager di Gradisca d'Isonzo
Lettera dei Reclusi di Gradisca - settembre 2010

Noi stiamo scioperando perché il trattamento è carcerario, abbiamo soltanto due ore d’aria al giorno, una al mattino e una la sera, siamo tutti rinchiusi qui dentro, non possiamo uscire.
Ci sono tre minorenni qui dentro, sono Tunisini e hanno 16 anni, ci chiediamo come mai li hanno messi qui se sono minorenni?
Il cibo fa schifo, non si può mangiare, ci sono pezzi di unghie, capelli,insetti…
Siamo abbandonati, nessuno si interessa di noi, siamo in condizioni disumane.
La polizia spesso entra e picchia. Circa tre mesi fa con una manganellata hanno fatto saltare un occhio ad un ragazzo, poi l’hanno rilasciato perchè stava male e non volevano casini, e quando è uscito, senza documenti non
poteva più fare nulla contro chi gli aveva fatto perdere l’occhio.
Ci trattano come delle bestie.
Alcuni operatori (di Connecting People n.d.r.) usano delle prepotenze, ci trattano male, ci provocano, ci nsultano per aspettare la nostra reazione, così poi sperano di mandarci in galera, tanto danno sempre ragione a loro.
C’è un ragazzo in isolamento che ha mangiato le sue feci. L’hanno portato in ospedale e l’hanno riportato dentro. È da questa mattina che lo sentiamo urlare, nessuno è andato a vederlo, se non un operatore che l’ha trattato
in malo modo.
Il direttore fa delle promesse quando ci sono delle rivolte, poi passano le settimane e non cambia mai niente.
Da due giorni siamo in sciopero della fame, e il medico non è mai entrato per pesarci o per fare i controlli, entra solo al mattino per dare le terapie.
Continueremo a scioperare finchè non cambieranno le cose, perché 6 mesi sono troppi e le condizioni troppo disumane.
Questo non è un posto ma un incubo, perché siamo nella merda, è assurdo che si rimanga in queste gabbie. Sappiamo che molta gente sa della esistenza di questi posti e di come viviamo.E ci si chiede, ma è possibile che le persone solo perchè non hanno un pezzo di carta debbano essere rinchiuse per 6 mesi della loro vita?

Reclusi del CIE di Gradisca

REALTà PIù O MENO CARITATEVOLI, A CUI, TRAMITE APPALTO,è STATA AFFIDATA LA GESTIONE DEI LAGER/C.I.E

GIù LE MASCHERE ! chiamiamoli per il loro nome : CARCERIERI !

- l' intoccabile e immacolata CROCE ROSSA ITALIANA

- La benemerita e santificata MISERICORDIA

- Cooperative sociali -CONNECTINN PEOPLE

- Cooperative sociali "rosse" - LEGACOOP

il Silenzio è COMPLICITà !

mercoledì 8 settembre 2010

VIVISEZIONE è TORTURA !

ROMA - Sabato 25 settembre 2010
CORTEO NAZIONALE CONTRO LA VIVISEZIONE
Ore 15.00 – Piazza della Repubblica


Per CHIUDERE Green Hill e tutti gli allevamenti di animali destinati ai laboratori!



Milioni di animali ogni anno vengono torturati nei laboratori di vivisezione, sottoposti ad esperimenti crudeli, sfigurati, ingabbiati, incatenati, legati ai tavoli operatori, avvelenati e lasciati soffrire e morire. Questa è la ricerca medico-scientifica portata avanti dai baroni della medicina, finanziata e avvallata dal governo. Una ricerca che prevede lo sterminio di un milione di esseri viventi nella sola Italia, ogni singolo anno. Giorno dopo giorno, agonia dopo agonia.

Questi esseri viventi sono prodotti su scala industriale dentro allevamenti specializzati, cresciuti in condizioni asettiche e creati come oggetti su cui accanirsi nella ricerca di non si sa quale soluzione ai mali che noi stessi umani abbiamo provocato.

Green Hill di Montichiari (BS) è l’unico allevamento di cani “da laboratorio” rimasto in Italia, uno dei più grandi d’Europa. Da Montichiari mensilmente 250 cuccioli di beagle vengono spediti verso l’inferno dei laboratori farmaceutici di tutta Europa, per il profitto di una multinazionale della sofferenza che gestisce questo lager, l’americana Marshall Farm Inc.
Si tratta a tutti gli effetti di una fabbrica, dove questi animali non vedono la luce del sole, non toccano erba, non respirano aria naturale.
Capannoni in cui sono stipati 2500 individui in attesa di un destino atroce.

La chiusura di un lager come Green Hill è un imperativo che ha portato migliaia di persone a battersi in prima persona e scendere in piazza, per dire NO alla vivisezione e NO alla tortura. Avere fermato i folli piani di espansione di questo allevamento, che prevedevano la costruzione di altri cinque capannoni sotterranei in cui imprigionare ulteriori 2500 cani, è stato un primo grande successo, l’inizio di un cammino in cui molte persone hanno finalmente scoperto di avere dentro di sé le potenzialità di fare la differenza ed essere parte di un cambiamento. Fermare i loro affari, smascherare chi ha legami con questo luogo di sofferenza, aprire gli occhi sullo scottante problema della vivisezione, tenuto troppo a lungo nascosto, sono gli attuali obiettivi della campagna “Salviamo i cani di Green Hill”.

La lotta contro Green Hill sta assumendo sempre più importanza e valore simbolico dal momento in cui non ci troviamo solamente noi contro di loro.
Non ci siamo infatti rinchiusi a Montichiari per una lotta ai ferri corti, ma stiamo allargando il cerchio delle responsabilità di questa ignobile situazione, andando sempre più in alto, laddove qualcuno si arroga il potere di decidere delle sorti e delle vite di milioni di esseri viventi.
E proprio da queste persone vogliamo andare il 25 settembre con un corteo che ha una valenza storica significativa.

La chiusura di Green Hill potrebbe essere decretata in un attimo se dal Ministero della Salute avessero la decenza di far applicare a questo allevamento le norme della Regione Lombardia previste per tutti gli altri allevamenti di cani. La stessa Asl regionale e la stessa Regione Lombardia hanno evidenziato una discrepanza nel caso Green Hill. Adesso l’ultima parola spetta al Ministero. Lo stesso Ministero che ogni anno autorizza esperimenti e decreta la morte degli animali, che autorizza sul territorio italiano la presenza di multinazionali della sofferenza che allevano animali per il solo e unico scopo di farli torturare a morte.

Qualcosa si smuove e il problema sta diventando tangibile anche per loro, che stanno attendendo le nostre mosse.

Sabato 25 settembre dobbiamo essere di nuovo in tanti, tantissimi, con l’intenzione di arrivare fino al Ministero. Manifesteremo per far sentire la voce di chi è rinchiuso in una gabbia o in un laboratorio, per pretendere la chiusura di Green Hill e di tutti gli allevamenti, per dire NO alla vivisezione, per far vedere che non siamo più disposti ad attendere oltre. Per cambiare finalmente qualcosa!




APPUNTAMENTO:
SABATO 25 settembre – Ore 15.00 – Piazza della Repubblica - ROMA

Per maggiori informazioni: www.fermaregreenhill.net – roma25settembre.wordpress.com



Al momento sono previsti pullman da Brescia, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli/Caserta e dalla Puglia.
Altri pullman saranno confermati a breve e i contatti visibili sui nostri siti. Se volete organizzare un pullman dalla vostra città contattateci alla mail info@fermaregreenhill.net

BRESCIA: brescia25settembre@yahoo.it
MILANO: milano25settembre@yahoo.it
TORINO: torino25settembre@yahoo.it
PUGLIA: puglia25settembre@yahoo.it
NAPOLI/CASERTA: napoli_caserta25settembre@yahoo.it
RIMINI: rimini25settembre@yahoo.it

mercoledì 18 agosto 2010

NO ALLA VIOLENZA DI STATO !

SABATO 21.8.2010
dalle 17
Presidio in solidarietà ai prigionieri del carcere Cà del Ferro!


In questi mesi di calura estiva, il grido di rabbia dei prigionieri attraversa le mura di qualsiasi prigioni. Sovraffollamento, scarsità di cibo, acqua razionata, suicidi e torture di ogni genere, è questo il quotidiano sopravvivere di chi popola i lager del XXI secolo, condizioni disumane cui uno Stato sempre più autoritario ha creato scientemente per terrorizzare una parte della popolazione. Il carcere come luogo di alienazione ha sempre più una funzione di deterrenza nei confronti di tutti quei soggetti che hanno deciso di non essere succubi dello sfruttamento prodotto dalla classe dominante; comportamenti quotidiani incompatibili con lo stato di cose presenti, che sempre più, una larga fetta di popolazione è costretta a porre in essere per motivi di indigenza. Per tale situazione gli apparati repressivi, supportati da leggi sempre più restrittive, hanno prodotto un corto-circuito legato alla carcerazione preventiva e non solo, mostrando in ultima analisi,quale sia la sola soluzione valutata dai politici nostrani: la costruzione di nuove galere! Questo concetto dei potenti di turno, può essere disarticolato solo con una critica radicale all’esistente, ove il carcere, è la massima espressione di dominio e fonte di sottomissione verso tutti quegli individui restii all’inclusione forzata.

Tornando prettamente alla questione legata alla “vivibilità” del carcere, pretendiamo che si ritorni nell’immediato ad una situazione quantomeno di non-vessazione, tale da poter permettere ai reclusi di sopportare con minor sofferenza la reclusione coatta.
E’ un’emergenza, ed è un’emergenza vera e riguarda tutte le carceri italiane, Cà del ferro compresa, che vivono una quotidianità caratterizzata dal sovraffollamento, da pestaggi, problemi strutturali, da una completa ricattabilità e dalla chiusura degli spazi.
In questi anni sono state portate avanti coscientemente politiche di repressione e criminalizzazione che includono la totalità del vivere quotidiano di ciascuno di noi. L’utilizzo sistematico della carcerazione preventiva, l’aumento delle pene, la costituzione in reato di gesti un tempo non considerati tali sono tutte dimostrazioni della nuova funzione intimidatoria e terroristica assegnata al carcere. Ciò che prima veniva risolto con pratiche amministrative come multe oggi ti apre le porte della galera, come nel caso del reato di clandestinità.

Facciamo nostro l’appello lanciato dai sequestrati dello Stato per un presidio di solidarietà,ricordando a tutti, che in questo caso che il concetto di dignità può essere superato solamente con la distruzione di tutti i lager,siano essi carceri o C.I.E!


Troviamoci tutti/e sotto le mura del carcere di Cremona in via Palosca 2

Solidali di Cremona e Crema

venerdì 13 agosto 2010

C.I.E CENTRI IDENTIFICAZIONE ESPULSIONE...lager DELLA DEMOCRAZIA ! lettera dal c.i.e Porta Galera - Roma

A tutte le persone che vivono in questo paese
A tutti coloro che credono ai giornali e alla televisione


Qui dentro ci danno da mangiare il cibo scaduto, le celle dove dormiamo hanno materassi vecchi e quindi scegliamo di dormire per terra, tanti tra di noi hanno la scabbia e la doccia e i bagni non funzionano. La carta igenica viene distribuita solo 2 giorni a settimana, chi fa le pulizie non fa nulla e lascia sporchi i posti dove ci costrigono a vivere. Il fiume vicino il parcheggio qui fuori è pieno di rane e zanzare che danno molto fastidio tutto il giorno, ci promettono di risolvere questo problema ma continua ogni giorno.

Ci sono detenuti che vengono dai Cie e anche dal carcere che sono stati abituati a prendere la loro terapia ma qui ci danno sonniferi e tranquillanti per farci dormire tutto il giorno. Quando chiediamo di andare in infermeria perché stiamo male, l’Auxilium ci costringe ad aspettare e se insistiamo una banda di 8-9 poliziotti ci chiude in una stanza con le manette, s’infilano i guanti per non lasciare traccia e ci picchiano forte. Per fare la barba devi fare una domandina e devi aspettare, 1 giorno a settimana la barba e 1 i capelli. Non possiamo avere la lametta.
Ci chiamano ospiti ma siamo detenuti.

Quello che ci domandiamo è perchè dopo il carcere dobbiamo andare in questi centri e dopo che abbiamo scontato una pena dobbiamo stare 6 mesi in questi posti senza capire il perché. Non ci hanno identificato in carcere? Perché un’altra condanna di 6mesi?

Tutti noi non siamo daccordo per questa legge, 6 mesi sono tanti e non siamo mica animali per questo hanno fatto lo sciopero della fame tutti
quelli che stanno dentro il centro e allora, la sera del 3 giugno, è cominciata così:

ci hanno detto: “se non mangi non prendi terapie” ma qui ci sono persone con malattie gravi come il diabete e se non mangiano e si curano muoiono. Uno di noi è andato a parlare con loro e l’hanno portato dentro una stanza davanti l’infermeria dove non ci sono telecamere e l’hanno picchiato. Così la gente ha iniziato ad urlare di lasciarlo stare. In quel momento sono entrati quasi 50 poliziotti con il loro materiale e con un oggetto elettrico che quando tocca la gente, la gente cade per terra. Le guardie si sono tutte spostate sopra il tetto vicino la caserma dei carabinieri qui dentro, dove sta il campo da calcio.

Dalla parte sinistra sono entrati altri 50 poliziotti.
Quando abbiamo visto poliziotti, militari, carabinieri, polizia, finanza e squadra mobile ufficio stranieri (che sono i più infami) sui tetti, uno di
noi ha cercato di capire perché stavano picchiando il ragazzo nella stanza. «Vattene via sporco » un poliziotto ha risposto così. In quel momento siamo saliti tutti sopra le sbarre e qualcuno ha bruciato un materasso e quindi i poliziotti si sono spavenati e sono andati fuori le mura per prendere qualcuno che scappava.
Da quella notte non ci hanno fatto mangiare né prendere medicine per due giorni.
Abbiamo preso un rubinetto vecchio e abbiamo spaccato la porta per uscire e quando la polizia ha visto che la porta era aperta hanno preso caschi e manganelli e hanno picchiato il più giovane del centro, uno egiziano.

L’hanno fatto cadere per terra e ci hanno picchiati tutti anche con il gas, hanno rotto la gamba di un algerino e hanno portato via un vecchio che la sua famiglia e i sui figli sono cresciuti qui a Roma, hanno lanciato lacrimogeni e hanno detto che noi abbiamo fatto quel fumo per non far vedere niente alle telecamere. Così hanno scritto sui giornali.

Eravamo 25 persone e alcune uscivano dalla moschea lontano dal casino, ma i giornali sabato hanno scritto che era stato organizzato tutto dentro la moschea e ora vogliono chiuderla. La moschea non si può chiudere perchè altrimenti succederebbe un altro casino.

Veniamo da paesi poveri, paesi dove c’è la guerra e ad alcuni di noi hanno ammazzato le famiglie davanti gli occhi. Alcuni sono scappati per vedere il mondo e dimenticare tutto e hanno visto solo sbarre e cancelli. Vogliamo lavorare per aiutare le nostre famiglie solo che la legge è un po’ dura e ci portano dentro questi centri. Quando arriviamo per la prima volta non abbiamo neanche idea di come è l’Europa. Alcuni di noi dal mare sono stati portati direttamente qui e non hanno mai visto l’Italia. La peggiore cosa è uscire dal carcere e finire nei centri per altri 6 mesi. Non siamo venuti per creare problemi, soltanto per lavorare e avere una vita diversa, perchè non possiamo avere una vita come tutti?


Senza soldi non possiamo vivere e non abbiamo studiato perchè la povertà è il primo grande problema. Ci sono persone che hanno paura delle pene e dei problemi nel proprio paese. Per questi motivi veniamo in Europa.

La legge che hanno fatto non è giusta perché sono queste cose che ti fanno odiare veramente l’Italia. Se uno non ha mai fatto la galera nel paese suo, ha fatto la galera qua in Italia. Vogliamo mettere apposto la nostra vita e aiutare le famiglie che ci aspettano.
Speriamo che potete capire queste cose che sono veramente una vergogna.


Un gruppo di detenuti del CIE di Ponte Galeria - Roma.

martedì 20 luglio 2010

pale eoliche...SILENZIO SI GIRA !

Parlo di pale eoliche industriali, perchè queste macchine sono gigantesche e possono essere solo fabbricate e messe in funzione soltanto da grossi gruppi industriali; non hanno dunque rigorosamente nulla a che vedere con una appropriazione individuale o sociale della produzione di energia.
Si tratta di una appropriazione privata, quand' anche i poteri pubblici la regolamentassero. Non si tratta qui del commercio e dell' industria che , come sappiamo, sono assai rispettosi della natura e degli uomini...dato che cercano sfruttarli entrambi al massimo

Ma a che cosa servono, in fin dei conti, le pale eoliche industriali ?

A molte cose ma, a mio avviso, non servono all' ecologia e ancor meno alla libertà degli uomini o all' autonomia della comunità. Infatti, esse possiedono prima di tutto una funzione ideologica.

In questi ultimi tempi, non sono mancate le catastrofi generate dal modello di produzione industriale e , di conseguenza, il consumatore ha bisogno di essere rassicurato.

Vedere delle eoliche sul ciglio dell' autostrada, sulla banchina della linea del TGV (la versione spagnola del TAV)o prima di entare in una zona industriale, può contribuire a rasserenarlo.

Se è un lettore di "Jonas" (il periodico "ecologista" per gente alla moda) potrà parlare di "sviluppo sostenibile", e di "diritto delle generazioni future" ai propri bambini sui lunghi tracciati dell' autostrada del Sud, mentre accende l' impianto di climatizzazione della sua 4x4.

E tutto ciò con BUONA COSCIENZA...

Le eoloche industriali non sono nient' altro che dei mulini di preghiere di una società che va verso il disastro e che non vuole saperlo pur cercando di trarne ugualmente PROFITTO.

Adeso che il cambiamento climatico è accertato, che il numero dei fenomeni metereologici violenti è in aumento, è giunto il momento di investire nell' eolico!.
Alla prossima tempesta gireranno a pieno regime...

Che la costruzione du queste eoliche si debba a gente sinceramente preoccupata della preservazione dell' ambiente, è cosa di cui non dubito; volevo semplicemente sottolineare che la soluzione che propongono è una illusione fintantoché non mettono in discussione il sistema di bisogni che questa società ha creato, innanzitutto per far circolare le proprie merci.
Che altri, oppure gli stessi, siano anche preoccupati dello "sviluppo sostenibile" della società industriale, che è essa stessa all' origine di questo degrado senza precedenti, non pone altresì dubbi.

Del resto sono gli stessi gruppi che ci hanno costruioto le centrali nucleari, le raffinerie di petrolio e molte altre porcherie, che ora cercano di "inverdire" la loro immagine con queste eoliche.
Avevamo già visto che non c'è niente di più ecologico della Monsanto con i suoi OGM e, ben presto, avremo un mondo ancora più ecologico e ancora più pulito grazie alle eoliche della CEG-alstom, Framatome,TotalFinaElf , Bouygues, ecc...

La funzione ideologica di queste macchine è palese tenendo conto del termine "fattorie eoliche".
I loro promotori non potevono parlare di "centri di produzione di elettricità eolica", dato che sarebbe suonato troppo tecnocratico; parlare di "parco di eoliche" puzza troppo di "riserva naturale" e denuncia l' operazione consistente nel nascondere la centrale nucleare dietro alcuni di questi apparecchi assai vistosi. Ma "fattorie eoliche" è veramente geniale : questo suona immediatamente bucolico e ecologista.
Che meraviglioso gioco di prestidigitazione, quello che consiste nel far passare un insieme di macchine per una fattoria!.
So bene che attualmente non esistono praticamwente più contadini e che nelle campagne ci sono piuttosto delle "coltivazioni agricole" e degli "allevamenti in batteria" ma, tuttavia, eccoci nel bel mezzo di "Alice nel paese delle meraviglie"!.

Mi spiace, quindi, ritornare alla realtà. Le pale eoliche industriali non servono all' economia, servono solo a sostenere l' ideologia del dispotismo industriale. Non risparmiano la natura, piuttosto permettono di risparmiare la coscienza: "La tecnologia ha una risposta a tutto", vale a dire che non esistono più domande da porsi sui fini ma unicamente sui mezzi da mettere in atto e ... l' energia e il denaro che bisogna consacrarvi.
Eccoci uno dei principali articoli di fede dell' oscurantismo scientista, disgraziatamente acora troppo diffuso presso numeosi ecologisti.

Per concludere penso che sia tempo di dire - un pò brutalmente forse, ma queste sono evidenze che mi si impongono - che le eoliche industriali rappresentano dei balocchi per adulti che si accontentano di parole, di immagini e di simboli (all' occorrenza quelli dell' "energie rinnovabili") perchè hanno paura di guardare in faccia la realtà.

Che tale realtà faccia paura è evidente.

Ma né il volontario accecamento, né la fuga in avanti tecnologica e ancor meno la sottomissione a "ciò che esiste per la (cattiva) buona ragione del fatto che esiste", non eviteranno a chichessia di affrontare il pericolo di morte che la società industriale fa correre all' umanità e alla natura nella loro totalità.

Solo un tentativo critico e sperimentale che si opponga alla prosecuzione dello sviluppo di questa società e del suo modo di produzione consentirà, forse, di evitare un aggravamento irremediabile del disastro.

Un nemico dell' oscurantismo scientista e del dispotismo industriale
Bertrand Louart.
articolo tratto dal "Bollettino di informazione anti-industriale - Los Amigos De Ludd".

giovedì 15 luglio 2010

NUCLEARE 2 : IL RITORNO DEL MOSTRO

Un anno fa circa è stato firmato un accordo tra la Francia e l'Italia, per la costruzione di tre nuove centrali nucleari in territorio italiano. Tra i siti appetibili spiccava anche il nome di Chioggia ed entro la fine di questo mese dovremmo avere l'annuncio ufficiale, da parte del Governo, dei luoghi scelti per l'installazione delle nuove centrali.

L'accordo si inserisce in un generale rilancio (ma sarebbe più giusto parlare di “riarmo”) del nucleare in tutta Europa e nell'Occidente in generale. Il tutto è stato accompagnato da una intensa campagna mediatica tesa a sponsorizzare la tecnologia nucleare come soluzione definitiva alla continua necessità di energia elettrica e dal bisogno, da parte dell'industria italiana, di essere competitiva con quelle dei paesi confinanti.

Cercando di spacciare i nuovi reattori di terza, quarta, quinta (sesta?) generazione come dei miracoli del progresso, il nucleare è passato sui media quasi come una splendida energia pulita e addirittura sicura. Chi afferma questo mente, sapendo di mentire; gli incidenti nelle centrali si sono susseguiti in continuazione sino ad oggi in tutti i paesi “nuclearizzati” (nonostante il silenzio complice di media ed istituzioni), hanno provocato morti per leucemia e nascite deformi tra la popolazione e rappresentano tutt'oggi un pericolo e una minaccia costante per chi si ritrova a conviverci. Senza parlare poi, delle scorie accumulate per la produzione di questa energia (con relativi effetti collaterali), che rimarranno in eredità ai nostri successori per migliaia di anni.

Sono passati 23 anni dal famoso referendum che abolì il nucleare in Italia. All'epoca l'impressione suscitata dalla catastrofe di Chernobyl era molto forte e la situazione politica era troppo fragile per imporre con la forza una cosa talmente impopolare per la popolazione e così, per una ventina d'anni, ci si è illusi che ormai avevamo voltato pagina e che del nucleare non ne avremmo più sentito parlare.
Lasciato passare un po' di tempo, aspettando che la memoria (e soprattutto l'opposizione) si affievolisse, il governo ha rilanciato con un semplice decreto legge il progetto nucleare, calpestando referendum e petizioni con buona pace per i sostenitori della legalità, della costituzione, della democrazia ecc...Oggi quella consultazione popolare non è altro che carta straccia.

Non solo non è stato chiesto a nessuno un parere sulla possibilità di ritornare o no al nucleare (fatto che dimostra ancora una volta la complicità tra le varie forze politiche in Parlamento), ma è stato direttamente esteso il segreto di Stato sull'argomento e le zone scelte per le nuove centrali saranno considerate territorio militare, tanto per far capire subito come verranno gestite tutte le procedure per la costruzione delle nuove centrali...Altro che elezioni e referendum!

Chi vorrà opporsi al nucleare dovrà essere pronto a ritrovarsi di fronte ad un enorme dispiegamento di forze militari -e non- predisposte alla difesa dei cantieri e pronte a tutto pur d'imporre questa mostruosità, così indispensabile per chi governa questo mondo al collasso.

Eh si, perché, in effetti, il nucleare non è solo l'ideale ma è addirittura indispensabile per garantire la stabilità di un sistema come quello capitalistico che si regge sullo sfruttamento e la devastazione del nostro pianeta, alla esasperata ricerca di risorse energetiche e che provoca continue guerre per la gestione e il controllo di queste.

Guerre che diventano sempre più intense e in cui il nucleare ha un ruolo sempre più determinante: inutile ripetere che questa tecnologia e nata per scopi militari e gli effetti li conosciamo tutti, ma anche nel caso delle centrali il confine tra civile e militare è piuttosto labile, basti ricordare che l'industria militare ricicla parte delle scorie prodotte dalle centrali per la fabbricazione di armamenti ad alto potenziale o delle più versatili armi a bassa intensità che vengono utilizzate dagli eserciti di mezzo mondo nei conflitti che insanguinano il pianeta. Ecco spiegato come mai alla costruzione di una centrale, ne consegue una massiccia militarizzazione del territorio ed un aumento delle misure repressive a tutti i livelli.
Dall'altro lato, la vita di chi si ritrova a convivere con un mostro del genere, viene completamente sconvolta: si vive perennemente con la consapevolezza che da un momento all'altro questa bomba ad orologeria potrebbe avere dei problemi, ci si ritrova impotenti e coscienti che la propria vita dipende dalle mani e dalle decisione di qualche tecnocrate o di qualche politico...in pratica una sorta di cappio al collo.

Un mondo nucleare è un mondo di guerra e distruzione, e per sorreggersi ha bisogno di sempre più ordine e sicurezza. Opporsi al nucleare significa, quindi, opporsi ad un (non)futuro sempre più oppressivo ed esasperante.

Un' opposizione dal basso ci sembra l'unica via per fermare questa bulimia, e ne abbiamo avuto una conferma un paio di anni fa a Scanzano Jonico, dove un'intera regione è praticamente insorta contro l'installazione di un deposito di scorie. Una lotta del genere è possibile, però, solo lontana da partiti, sindacati ed associazioni ambientaliste la cui unica funzione è quella di concertare, mediare e quindi imbrigliare un movimento che potrebbe mettere in discussione l'intero modello di sviluppo partendo dalla neutralizzazione di qualsiasi progetto nucleare. Una lotta autogestita dal basso, a nostro avviso, è l'unica maniera per non far arenare il movimento contro il nucleare in una semplice diatriba tra specialisti, su quale energia sia meglio o peggio, ma che porti una critica radicale alla società che lo produce.

NON ESISTE OPPOSIZIONE AL NUCLEARE SENZA UNA CRITICA AL MONDO CHE LO PRODUCE !

volantino distribuito Trieste Venezia

venerdì 14 maggio 2010

CONTRO IL NUCLEARE E IL MONDO CHE LO PRODUCE...

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SALONE COOPERATIVA quartiere S. ANTONIO - VIA EMILIA PAVESE - PIACENZA

VENERDI 21 ORE 20 aperi/cena vegan di autofinanziamento per la lotta
antinucleare

presentazione mostra e campagna "Una Volta per Tutte"

dibattito

concerto acustico
Mario Troletti - cantautore rock
YOWA - folk

banchetto informativo
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SABATO 22 DALLE 15 PRESIDIO INFORMATIVO

sotto i portici di P.zza Cavalli
mostra antinucleare- video - banchetto informativo

NON DELEGARE IL TUO FUTURO A POLITICANTI E AFFARISTI
NON DELEGARE LOTTA IN PRIMA PERSONA !

Antiautoritari - contro il mostro nucleare e il mondo che lo produce.

lunedì 3 maggio 2010

Al movimento ANTInucleare

Al movimento antinuclearista…
Comunicato x y z .rispetto alla realtà piacentina contro il nucleare e alla fiaccolata del 26/4…Caorso (Piacenza)……………………………………………...

L’ iniziativa è stata promossa dal “coordinamento antinucleare –no nuke- piacentino.

Nostra intenzione è smascherare le dinamiche che avvengono all’ interno di tale realtà…

Il coordinamento, nato lo scorso novembre, è creato da realtà associative riformiste pseudo-ambientaliste, partiti politici e individualità.

Ovviamente, da tempo abbiamo espresso in maniera chiara e diretta, le ragioni che ci impediscono di partecipare a tale organizzazione sempre, da noi definita almeno prima delle elezioni regionali,”coordinamento proelettorale contro il nucleare”.Tale coordinamento è riuscito ultimamente a inglobare l’ associazione antinuclearista “Airone Rosso”, che inizialmente si è posta in maniera oppositiva alla collaborazione con partiti politici.

Riguardo alla silente processione/fiaccolata, si era ribadito la non volontà di dare spazio a simboli partitici. Durante tale mesto corteo, abbiamo ricevuto, dai soliti esponenti di Legambiente, critiche relative alla presenza del nostro striscione, dai contenuti al quanto chiari e marcati.

Tale volontà di smorzare e allineare dietro allo striscione di apertura (“coordinamento antinucleare-Piacenza”), è sintomo dell’ omologante modus operandi del coordinamento.

Per tanto ci dissociamo ulteriormente da tale maniera di gestione protagonistica, sempre tendente a mettere “il cappello” su iniziative ( e contenuti) di reale lotta antinucleare.
A maggior ragione, dopo il corteo del 26, ci proponiamo di voler coinvolgere le persone in maniera diretta e libertaria, ben lontano dalle logiche mortificanti del potere.


Da un monte di una valle, da una strada di una città…

Antiautoritari–contro il mostro nucleare e il mondo che lo produce -Piacenza e provincia.

venerdì 30 aprile 2010

NUCLEARE. . . FERMIAMOLO !

Da tempo, i masss media dichiarano che il mostro nucleare vuole rinascere.
A dire il vero tale tecnologia di morte, è sempre rimasta tra noi, nella ricerca medica e militare, così nei depositi di scorie radioattive, in attesa del momento più opportuno per rialzare la testa e allungare i suoi viscidi, lunghi e silenziosi tentacoli.

Tale mostro ha incontrato un terreno fertile ricco di emergenze produttive, create professionalmente dalle solite caste di tecnocrati, industriali e politicanti di ogni colore.
Purtroppo l' ideologia capitalista, non ha mai smesso di esistere, anzi viene presentata al mondo intero come l' unico cammino, che uomini e donne civili, devono percorrere...per loro democrazia... per noi dittatura democratica.

Per evitare di porre in reale discussione tale sistema industriale, viene sbandierata la stretta necessità di ottenere sempre fonti di energia.
Per noi, questo metodo è funzionale solo per alimentare la ricerca di sistemi energetici "ecocompatibili", con il dominio militare e l' accumulazione.

Continueremo a tenerci ben distanti, non solo da partiti politici e istituzioni, ma anche da associazioni riformiste pseudo-ambientaliste (Legambiente e Ca' Boiardi, ottimi esempi),le quali sono troppo spesso accecate dalle logiche di potere e sempre pronte a sedersi al tavolo della concertazione con chiunque...anche con la morte(ricordiamo che Legambiente è favorevole a mille nocività, come il T.A.V ,inceneritori, rigassificatori, autostrade ecc...).

Le nocività ambientali non saranno mai affrontate da realtà parastatali e statali (a.r.p.a in primis), create per scenografiche ristrutturazioni di pareti annerite, nel momento in cui le assi portanti della struttura stanno, ogni giorno, palesemente crollando.

Allontaniamoci con decisione e fermezza, da chi ha paura di porre in gioco il proprio stile di vita consumistico e la produzione industriale.
Non faremo mai passsi sostanziali nell' evitare la distruzione del pianeta, mangiando solo uno yogurt biologico nel bel mezzo di una discarica, e nemmeno creando isole felici.

NON DELEGARE, LOTTA IN PRIMA PERSONA !

Volantino distribuito durante la processione/fiaccolata di Caorso(pc), contro il nucleare del 26.4 promossa dal politicante "coordinamento antinuclearista piacentino".

Antiautoritari - contro il mostro nucleare e il mondo che lo produce-Piacenza e provincia.

sabato 17 aprile 2010

CONVEGNO ANTIMILITARISTA (BG)

Venerdì 30 aprile - Ore 18

Bergamo, Centro “La Porta"
Viale Papa Giovanni xxii (Porta Nuova)

Convegno antimilitarista

Dalle ore 18: Introduzione al convegno e descrizione della situazione bergamasca anche in vista dell’adunata nazionale degli alpini;

Interverranno:
* Nonostante Milano, rapporto NATO 2020 “Urban Operation in the year 2020”. Le previsioni della NATO riguardo alla gestione e repressione dei futuri conflitti nelle metropoli;

*Anarchici/e di Rovereto e di Trento, contro la base di Mattarello;

*Comitato No F35, contro l’industria della morte e sulla lotta alla costruzione degli F35 a Cameri (NO);

*Compagni/e di Lecco, Training Day: militari nelle scuole. Come l’esercito tenta di adescare giovani all’interno delle scuole.

Aperi/cena durante la serata

UNDERGROUND
Spazio anarchico.

martedì 13 aprile 2010

CONTRO LA DISCARICA DI AMIANTO !

SABATO 17 APRILE 2010 – CORTEO CONTRO LA DISCARICA DI AMIANTO DI CAPPELLA CANTONE

concentramento ore 10 in piazza del Municipio a Cappella Cantone

www.stopnocivitacrema.wordpress.com

mercoledì 31 marzo 2010

IL NUCLEARE È TRA NOI

NUCLEARE è TRA NOI...

proiezioni contro il nucleare e il mondo che lo produce


giovedi 25 marzo : documentario SURPLUS consumismo-produzione
industriale


giovedì 1 aprile: documentario NUCLEARMENTE


giovedi 8 aprile : documentario LA MESSA DELLE CINQUE
1980 Francia- lotta popolare
contro centrale nucleare


ore 21 presso sala cooperativa s.antonio-via emilia pavese -Piacenza

Antiautoritari -contro il mostro nucleare- (Piacenza e provincia)

martedì 2 febbraio 2010

ROMPIAMO LE RIGHE

Piacenza - sabato 6 febbraio ore 18:00

CENA VEGAN BENEFIT
per appoggiare la lotta antimilitarista

- brevi letture libertarie di Antonin Artaud

- dibattito aperto

- cena

- proiezione documentario antimilitarista

- DJ Set reggae-roots

La serata si terrà presso la Cooperativa S.Antonio in via Emilia Pavese

Per il banchetto, il costo è di 12e (acqua di fonte compresa)
Prenotate entro il 2 febbraio
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NESSUNA PACE PER CHI FA LA GUERRA !!

Antiautoritari

sabato 30 gennaio 2010

PERCHE' SIAMO CONTRO IL NUCLEARE

Le ragioni di una critica allo sviluppo tecnocapitalista, alle sue nocività e
alla società che le produce.
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La nostra opposizione al rilancio del programma atomico in Italia si basa principalmente, sul fatto di riconoscere nel nucleare uno dei tanti tasselli di
cui il dominio si serve per renderci sempre più asserviti ai suoi dogmi, basati
su un modello di sviluppo i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti e tutte: la morte di milioni di persone e di animali, la devastazione dell’ecosistema, e le guerre.

Quello che in realtà vediamo intorno a noi, è un regresso inesorabile che ci ha spinto verso un mondo malato e fatto di velocità, denaro e sottomissione ad una casta sempre più privilegiata di tecnocrati e specialisti.

La lotta che vogliamo condurre contro il nucleare non sarà una mera lotta specifica, settoriale, una lotta cioè che occupandosi solo di un aspetto esuli dall’inserire questo nuovo/vecchio progetto mortale dal contesto ideologico,politico, economico e sociale in cui nasce.

L'opposizione che portiamo avanti si basa sul rifiuto dell'energia nucleare come fonte energetica necessaria al funzionamento e all'incremento della società tecnologica che, attentando sempre più all'integrità e alla libertà degli esseri viventi, ci sta portando verso l'apocalisse ecologica.
Crediamo infatti che non si possa contestare il nucleare senza capire che l'ideologia da cui nasce, altro non è se non l’ideologia capitalista e militarista, e che la decisione a suo favore, è la logica conseguenza della politica tecnologica in cui si è imposto senza scrupoli l’incremento di una produzione che, al di sopra di tutti gli esseri viventi, porta sempre più alla alienazione e all’isolamento.

Il nucleare, come mille altre nefandezze dell'era moderna, è il risultato del
modello di società energetica che produce solo bisogni indotti e sacrifica sull'altare del profitto ogni possibilità di cambiamento e di vita: un modello
che ci ha portato ad un mondo affollato da poli industriali e tecnologici, reti
di trasporto merci e persone,campi transgenici ed allevamenti intensivi,sfruttamento minerario e rapina di tutte le risorse da cui tale sviluppo dipende.

Allora, iniziamo col porci alcune domande: abbiamo davvero bisogno di ulteriore energia, sono davvero necessari tutti gli orpelli di cui questo mondo si è dotato per continuare a mantenere il suo controllo e dominio su di noi e sulla natura ?


Una falsa alternativa: alimentare il disastro con energie rinnovabili.
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Dietro al continuo richiamo alle fonti di energia rinnovabili (acqua, sole, vento, combustibili non minerali) come alternativa al rilancio del nucleare o a tutti gli altri processi di produzione energetica su scala industriale, non possiamo non svelare un ulteriore escamotage per deviare l’attenzione delle persone da quello che è il problema principale, insito in un modello di sviluppo economico e sociale che si basa sullo sfruttamento, sulla dominazione e sulla depredazione.

Crediamo infatti che lo sfruttamento alternativo delle risorse a fini energetici non sia che un altro modo di dare in pasto altro carburante ad un motore che noi invece non vogliamo alimentare. In realtà, l'utilizzo di energie rinnovabili non comporta conseguenze devastanti per la Terra ed i suoi abitanti, solo se svincolato dalla macroproduzione e dall'accentramento della sua gestione nelle reti dei grandi monopoli pubblici e privati.

Per alimentare la bulimia energetica del sistema si continuano e si continueranno a combattere guerre, uccidere persone e devastare territori, e davvero tutto questo non finirà solo proponendo più mulini a vento, pannelli solari o coltivazioni
ecosostenibili.


L'accentramento della produzione energetica spalanca le porte di una società
sempre più militarizzata.
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Dietro al progetto del nucleare si annida il germe e lo sviluppo di una militarizzazione diffusa ed indiscriminata.

Per consentire la difesa delle centrali nucleari, considerate come strutture di interesse strategico nazionale, verrà utilizzato l’esercito e le zone su cui si pianifica la loro costruzione verranno considerate aree militari, con le conseguenze di controllo che questo che può comportare, anche nei confronti delle espressioni di
contestazione contro questi impianti di devastazione e di colonizzazione.

L'instaurazione di una società nuclearizzata prevede l'imposizione di una cultura nucleare fatta di controllo e sottomissione che può assumere forme differenti a seconda della società che si appresta ad invadere. In pratica il nucleare rispecchia in pieno i chiodi fissi del mondo capitalista:centralizzare il potere, diffondere una cultura di rassegnazione,costringere ad una dovuta subordinazione alle decisioni di chi comanda.

L'esempio di quanto accade nei Paesi dove il nucleare è già una triste realtà,
dovrebbe farci capire quale sarebbe il nostro futuro se le centrali fossero costruite: convivere con le radiazioni comporta infatti un rigido canovaccio da
seguire, e da accettare nella reale prospettiva di obbedire e crepare. La scelta nucleare si inserisce in tutte quelle scelte militariste ed autoritarie che servono per imporre ordine e disciplina ad una società ormai al collasso.

Se, da un lato, i nuclearisti si affannano ad imbellettare la faccia civile del nucleare, dall'altro nascondono l'altrettanto bramata e inscindibile faccia militare, vista la difficoltà a trovare una benché minima argomentazione che,
agli occhi dell'opinione pubblica, possa giustificare la corsa agli armamenti
atomici. I tentativi istituzionali di spacciare l'idea di un nucleare civile
separato e distinto dal suo apporto in campo militare, come anche l'istituzione
di organismi di controllo o il rilancio del "nucleare per la pace", naufragano
inesorabilmente di fronte all'evidenza.

Esiste un continuo scambio di conoscenze e di finanziamenti fra i due settori,
e tutta la macchina di propaganda nuclearista si sposta a seconda dei finanziamenti disponibili e del vento politico, da una parte all’altra senza battere ciglio. L'industria militare ricicla parte delle scorie prodotte dalle centrali per la fabbricazione di armamenti ad alto potenziale o delle più versatili armi a bassa intensità che vengono utilizzate dagli eserciti di mezzo mondo nei conflitti che insanguinano il pianeta.


Tenersi lontano dalle trappole della Politica è il primo passo per riprendere
in mano il proprio futuro.
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Riteniamo che mettere in atto un dissenso, una lotta, con cui i nucleocrati
debbano per forza fare i conti, sia un passo importante, ma questo slancio e
queste energie andranno sprecate se la lotta o la critica che le sostiene diventano recuperabili. In sostanza le istanze riformiste, di concertazione,o quelle basate esclusivamente sulla contrapposizione a suon di dati tecnici, saranno le benvenute dal fronte nuclearista che potrà usarle a testimonianza della propria democraticità. Da sempre, infatti, la concertazione è lo strumento più efficace che viene usato dallo Stato e dalle istituzioni per mettere a tacere le lotte: uno strumento talvolta più efficace del manganello e della repressione.

Crediamo che la lotta contro il nucleare, come qualunque altra lotta, non debba diventare un’altra occasione per partiti e associazioni varie per ridefinire il loro spazio politico sfruttando il malcontento che la scelta nuclearista porterà. Sul nostro percorso non dovremo dimenticare mai chi sono i responsabili del disastro in cui viviamo e rifiutare le loro politiche basate sul compromesso e sulla svendita degli ideali e delle persone.

Ci auspichiamo,invece, che la mobilitazione contro il nucleare in Italia cresca estesa ed eterogenea trasformandosi in una lotta in cui ognuno, con i metodi e le
pratiche che sente più sue, contribuisca ad affondare i progetti della lobby
nuclearista; tenendo sempre ben chiaro l'obiettivo e da che parte si è scelto
di stare senza prestare orecchio a chi rappresenti, seppur in piccolo,interessi politici o economici.

Non avere capi è il modo migliore per discutere a tutto campo, per non delegare, ed avere la possibilità di contribuire in prima persona ad ostacolare la minaccia del rilancio del nucleare.
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Una Volta Per Tutte
Assemblea contro il Nucleare, Piemonte

Distribuito da -Antiautoritari contro il nucleare-(Piacenza e provincia).

Ricordiamo che a Caorso(a pochi km da Piacenza) è presente una centrale nucleare...

L' ITALIA FRANA e FA LA GUERRA !

Nel fiume straboccante dei finanziamenti per centinaia di milioni di euro a fondo perduto per la “ricostruzione“ dell’Afghanistan, abbiamo trovato sulle entrate dichiarate dall’Ufficio ONUPA del Palazzo di Vetro 1.8 milioni di euro destinati dall’Italia (sentite, sentite) alla prevenzione ambientale.

Un primo stanziamento, si preciserà, finalizzato a localizzare le sedi che ospiteranno centri di osservazione contro il dissesto geologico nella provincia
di Farah.
Non potevano non tornarci in mente... i comuni di Scaletta Marina, Giampilieri,Briga e Scaletta Zanclea nel messinese, i quali il 25 ottobre del 2007 vennero coinvolti da un vasto movimento franoso durante un nubifragio particolarmente intenso che in quell’occasione non fece vittime ma solo ingenti danni materiali.
Questo territorio della Sicilia Orientale, al pari di altri 1.503, distribuiti a macchia di leopardo dall’arco alpino alle dorsali appenniniche, era stato censito nel 2004 da ricercatori e tecnici, locali e nazionali, ad elevato rischio idrogeologico.
Nonostante i ripetuti allarmi lanciati dai sindaci e dal prefetto di Messina, i ministri dell’Ambiente, Pecoraro Scanio e Prestigiacomo, non hanno mai destinato un solo euro di finanziamento per la messa in sicurezza della zona.

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso che, insieme
al suo staff, ha raccolto dalla magistratura avvisi di garanzia come coriandoli
per la gestione dell’emergenza spazzatura a Napoli, da queste parti la gente lo
ricorda per lo slogan beffardo “meno salsicce (in riferimento alle sagre delle
proloco – nda), più risorse al territorio“ con cui investì gli amministratori
locali che sollecitavano un piano di opere di contenimento per fermare gli smottamenti.

Il 3 ottobre 2009, milioni di metri cubi di terra trasformati in fango da un altro violento temporale si staccano da un costone della collina che sovrasta Giampilieri Alta e precipitano a valle travolgendo Giampilieri Marittima.
Le strade delle due frazioni saranno invase da un fiume di terra ed acqua che spazzerà via decine di abitazioni e interi nuclei familiari.
Il bilancio finale sarà di 37 morti e di 3 dispersi seppelliti sotto metri di fango i cui corpi non verranno più ritrovati.
Il responsabile della Protezione Civile senza arrossire nemmeno un pò dichiarerà : “Eravamo in allerta meteo, di più non potevamo fare“.
A catastrofe annunciata e poi consumata, due cadaveri verranno rinvenuti dai Vigili del Fuoco in mare, ci sarà un gran spolverio di vip ed una montagna di immagini trasmesse dai TG, con l’immancabile seguito di funerali di Stato e bare avvolte dal tricolore...

Ecco perché troviamo allucinante la destinazione di quel 1.8 milioni per la provincia di Farah dove continuiamo a portare morte e distruzione con la Task Force 45, con i Predator, i Tornado e gli AMX di Napolitano e La Russa. Il marcio che corrode l’Italietta esce prepotente in superficie.

Appena 24 ore prima che Vito Abbate dicesse cosa succede, o meglio non succede, a Giampilieri il Presidente della Repubblica, rivendicando le sue funzioni di Capo delle Forze Armate, a margine della teleconferenza dall’ Afghanistan con il generale Alessandro Veltri della Brigata Sassari – che ha sostituito la Folgore al Comando del West RC di Herat – si è detto particolarmente soddisfatto per il rifinanziamento (miliardario in euro) delle “missioni di pace“. “E’ motivo di profondo conforto – ha continuato – che a Camera e Senato ci sia stata compattezza ed unanime sostegno dalle forze politiche“.
Per Napolitano, il suo è un compito di guida e di stimolo che si esplica nel presiedere il Consiglio Supremo di Difesa. “Sento – affermerà – come un grande
onore la responsabilità di ricoprire questo incarico al servizio del popolo italiano“.

Quanto al ruolo dei (nostri) militari, il Capo dello Stato ha voluto sottolineare come “ovunque all’estero ho raccolto grandissima testimonianza ed apprezzamento per l’operato delle nostre forze armate in Afghanistan che proseguiranno negli impegni assunti dall’Italia con gli USA e gli alleati della NATO per quanto serie siano le difficoltà finanziarie che il Paese sta incontrando nell’attuale fase di recessione internazionale“.

E ora una pessima notizia per i nostri portafogli, uscita dal Ministero della
Difesa il 18 dicembre.
“ … esiste un forte ritardo nel processo di formazione delle forze afghane e di sicurezza che dovranno sostituire via,... via il continente internazionale, ci
sono difficoltà nel reperire i luoghi dove formare quadri dell’esercito e della
polizia afghana. L’obbiettivo di un larghissimo rientro (di ISAF/NATO – nda)
nel 2013 è basato sulla capacità di stare sul territorio degli effettivi
locali e per farlo abbiamo bisogno di infrastrutture adeguate per l’ addestramento“.
Insomma, non si riesce a trovare aree adatte per la formazione militare del
personale locale.

La dichiarazione, pagliaccesca, è uscita da Palazzo Baracchini, dalla bocca di
La Russa.

Prepariamoci a pagare altre spese miliardarie per la “missione di pace“ in Afghanistan per almeno altri 4 anni, senza avere muri di contenimento a Scaletta Marina, Giampilieri, Briga e Scaletta Zanclea ed in altre 1.503 aree, a elevato rischio ambientale, di questo Paese alla bancarotta.

Disoccupati, cassaintegrati, lavoratori in nero, precari, pensionati, famiglie
con un solo reddito potranno nel frattempo continuare tranquillamente a fare la
fila davanti ad un Banco Alimentare.

Fino a quando?

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