martedì 20 luglio 2010

pale eoliche...SILENZIO SI GIRA !

Parlo di pale eoliche industriali, perchè queste macchine sono gigantesche e possono essere solo fabbricate e messe in funzione soltanto da grossi gruppi industriali; non hanno dunque rigorosamente nulla a che vedere con una appropriazione individuale o sociale della produzione di energia.
Si tratta di una appropriazione privata, quand' anche i poteri pubblici la regolamentassero. Non si tratta qui del commercio e dell' industria che , come sappiamo, sono assai rispettosi della natura e degli uomini...dato che cercano sfruttarli entrambi al massimo

Ma a che cosa servono, in fin dei conti, le pale eoliche industriali ?

A molte cose ma, a mio avviso, non servono all' ecologia e ancor meno alla libertà degli uomini o all' autonomia della comunità. Infatti, esse possiedono prima di tutto una funzione ideologica.

In questi ultimi tempi, non sono mancate le catastrofi generate dal modello di produzione industriale e , di conseguenza, il consumatore ha bisogno di essere rassicurato.

Vedere delle eoliche sul ciglio dell' autostrada, sulla banchina della linea del TGV (la versione spagnola del TAV)o prima di entare in una zona industriale, può contribuire a rasserenarlo.

Se è un lettore di "Jonas" (il periodico "ecologista" per gente alla moda) potrà parlare di "sviluppo sostenibile", e di "diritto delle generazioni future" ai propri bambini sui lunghi tracciati dell' autostrada del Sud, mentre accende l' impianto di climatizzazione della sua 4x4.

E tutto ciò con BUONA COSCIENZA...

Le eoloche industriali non sono nient' altro che dei mulini di preghiere di una società che va verso il disastro e che non vuole saperlo pur cercando di trarne ugualmente PROFITTO.

Adeso che il cambiamento climatico è accertato, che il numero dei fenomeni metereologici violenti è in aumento, è giunto il momento di investire nell' eolico!.
Alla prossima tempesta gireranno a pieno regime...

Che la costruzione du queste eoliche si debba a gente sinceramente preoccupata della preservazione dell' ambiente, è cosa di cui non dubito; volevo semplicemente sottolineare che la soluzione che propongono è una illusione fintantoché non mettono in discussione il sistema di bisogni che questa società ha creato, innanzitutto per far circolare le proprie merci.
Che altri, oppure gli stessi, siano anche preoccupati dello "sviluppo sostenibile" della società industriale, che è essa stessa all' origine di questo degrado senza precedenti, non pone altresì dubbi.

Del resto sono gli stessi gruppi che ci hanno costruioto le centrali nucleari, le raffinerie di petrolio e molte altre porcherie, che ora cercano di "inverdire" la loro immagine con queste eoliche.
Avevamo già visto che non c'è niente di più ecologico della Monsanto con i suoi OGM e, ben presto, avremo un mondo ancora più ecologico e ancora più pulito grazie alle eoliche della CEG-alstom, Framatome,TotalFinaElf , Bouygues, ecc...

La funzione ideologica di queste macchine è palese tenendo conto del termine "fattorie eoliche".
I loro promotori non potevono parlare di "centri di produzione di elettricità eolica", dato che sarebbe suonato troppo tecnocratico; parlare di "parco di eoliche" puzza troppo di "riserva naturale" e denuncia l' operazione consistente nel nascondere la centrale nucleare dietro alcuni di questi apparecchi assai vistosi. Ma "fattorie eoliche" è veramente geniale : questo suona immediatamente bucolico e ecologista.
Che meraviglioso gioco di prestidigitazione, quello che consiste nel far passare un insieme di macchine per una fattoria!.
So bene che attualmente non esistono praticamwente più contadini e che nelle campagne ci sono piuttosto delle "coltivazioni agricole" e degli "allevamenti in batteria" ma, tuttavia, eccoci nel bel mezzo di "Alice nel paese delle meraviglie"!.

Mi spiace, quindi, ritornare alla realtà. Le pale eoliche industriali non servono all' economia, servono solo a sostenere l' ideologia del dispotismo industriale. Non risparmiano la natura, piuttosto permettono di risparmiare la coscienza: "La tecnologia ha una risposta a tutto", vale a dire che non esistono più domande da porsi sui fini ma unicamente sui mezzi da mettere in atto e ... l' energia e il denaro che bisogna consacrarvi.
Eccoci uno dei principali articoli di fede dell' oscurantismo scientista, disgraziatamente acora troppo diffuso presso numeosi ecologisti.

Per concludere penso che sia tempo di dire - un pò brutalmente forse, ma queste sono evidenze che mi si impongono - che le eoliche industriali rappresentano dei balocchi per adulti che si accontentano di parole, di immagini e di simboli (all' occorrenza quelli dell' "energie rinnovabili") perchè hanno paura di guardare in faccia la realtà.

Che tale realtà faccia paura è evidente.

Ma né il volontario accecamento, né la fuga in avanti tecnologica e ancor meno la sottomissione a "ciò che esiste per la (cattiva) buona ragione del fatto che esiste", non eviteranno a chichessia di affrontare il pericolo di morte che la società industriale fa correre all' umanità e alla natura nella loro totalità.

Solo un tentativo critico e sperimentale che si opponga alla prosecuzione dello sviluppo di questa società e del suo modo di produzione consentirà, forse, di evitare un aggravamento irremediabile del disastro.

Un nemico dell' oscurantismo scientista e del dispotismo industriale
Bertrand Louart.
articolo tratto dal "Bollettino di informazione anti-industriale - Los Amigos De Ludd".

giovedì 15 luglio 2010

NUCLEARE 2 : IL RITORNO DEL MOSTRO

Un anno fa circa è stato firmato un accordo tra la Francia e l'Italia, per la costruzione di tre nuove centrali nucleari in territorio italiano. Tra i siti appetibili spiccava anche il nome di Chioggia ed entro la fine di questo mese dovremmo avere l'annuncio ufficiale, da parte del Governo, dei luoghi scelti per l'installazione delle nuove centrali.

L'accordo si inserisce in un generale rilancio (ma sarebbe più giusto parlare di “riarmo”) del nucleare in tutta Europa e nell'Occidente in generale. Il tutto è stato accompagnato da una intensa campagna mediatica tesa a sponsorizzare la tecnologia nucleare come soluzione definitiva alla continua necessità di energia elettrica e dal bisogno, da parte dell'industria italiana, di essere competitiva con quelle dei paesi confinanti.

Cercando di spacciare i nuovi reattori di terza, quarta, quinta (sesta?) generazione come dei miracoli del progresso, il nucleare è passato sui media quasi come una splendida energia pulita e addirittura sicura. Chi afferma questo mente, sapendo di mentire; gli incidenti nelle centrali si sono susseguiti in continuazione sino ad oggi in tutti i paesi “nuclearizzati” (nonostante il silenzio complice di media ed istituzioni), hanno provocato morti per leucemia e nascite deformi tra la popolazione e rappresentano tutt'oggi un pericolo e una minaccia costante per chi si ritrova a conviverci. Senza parlare poi, delle scorie accumulate per la produzione di questa energia (con relativi effetti collaterali), che rimarranno in eredità ai nostri successori per migliaia di anni.

Sono passati 23 anni dal famoso referendum che abolì il nucleare in Italia. All'epoca l'impressione suscitata dalla catastrofe di Chernobyl era molto forte e la situazione politica era troppo fragile per imporre con la forza una cosa talmente impopolare per la popolazione e così, per una ventina d'anni, ci si è illusi che ormai avevamo voltato pagina e che del nucleare non ne avremmo più sentito parlare.
Lasciato passare un po' di tempo, aspettando che la memoria (e soprattutto l'opposizione) si affievolisse, il governo ha rilanciato con un semplice decreto legge il progetto nucleare, calpestando referendum e petizioni con buona pace per i sostenitori della legalità, della costituzione, della democrazia ecc...Oggi quella consultazione popolare non è altro che carta straccia.

Non solo non è stato chiesto a nessuno un parere sulla possibilità di ritornare o no al nucleare (fatto che dimostra ancora una volta la complicità tra le varie forze politiche in Parlamento), ma è stato direttamente esteso il segreto di Stato sull'argomento e le zone scelte per le nuove centrali saranno considerate territorio militare, tanto per far capire subito come verranno gestite tutte le procedure per la costruzione delle nuove centrali...Altro che elezioni e referendum!

Chi vorrà opporsi al nucleare dovrà essere pronto a ritrovarsi di fronte ad un enorme dispiegamento di forze militari -e non- predisposte alla difesa dei cantieri e pronte a tutto pur d'imporre questa mostruosità, così indispensabile per chi governa questo mondo al collasso.

Eh si, perché, in effetti, il nucleare non è solo l'ideale ma è addirittura indispensabile per garantire la stabilità di un sistema come quello capitalistico che si regge sullo sfruttamento e la devastazione del nostro pianeta, alla esasperata ricerca di risorse energetiche e che provoca continue guerre per la gestione e il controllo di queste.

Guerre che diventano sempre più intense e in cui il nucleare ha un ruolo sempre più determinante: inutile ripetere che questa tecnologia e nata per scopi militari e gli effetti li conosciamo tutti, ma anche nel caso delle centrali il confine tra civile e militare è piuttosto labile, basti ricordare che l'industria militare ricicla parte delle scorie prodotte dalle centrali per la fabbricazione di armamenti ad alto potenziale o delle più versatili armi a bassa intensità che vengono utilizzate dagli eserciti di mezzo mondo nei conflitti che insanguinano il pianeta. Ecco spiegato come mai alla costruzione di una centrale, ne consegue una massiccia militarizzazione del territorio ed un aumento delle misure repressive a tutti i livelli.
Dall'altro lato, la vita di chi si ritrova a convivere con un mostro del genere, viene completamente sconvolta: si vive perennemente con la consapevolezza che da un momento all'altro questa bomba ad orologeria potrebbe avere dei problemi, ci si ritrova impotenti e coscienti che la propria vita dipende dalle mani e dalle decisione di qualche tecnocrate o di qualche politico...in pratica una sorta di cappio al collo.

Un mondo nucleare è un mondo di guerra e distruzione, e per sorreggersi ha bisogno di sempre più ordine e sicurezza. Opporsi al nucleare significa, quindi, opporsi ad un (non)futuro sempre più oppressivo ed esasperante.

Un' opposizione dal basso ci sembra l'unica via per fermare questa bulimia, e ne abbiamo avuto una conferma un paio di anni fa a Scanzano Jonico, dove un'intera regione è praticamente insorta contro l'installazione di un deposito di scorie. Una lotta del genere è possibile, però, solo lontana da partiti, sindacati ed associazioni ambientaliste la cui unica funzione è quella di concertare, mediare e quindi imbrigliare un movimento che potrebbe mettere in discussione l'intero modello di sviluppo partendo dalla neutralizzazione di qualsiasi progetto nucleare. Una lotta autogestita dal basso, a nostro avviso, è l'unica maniera per non far arenare il movimento contro il nucleare in una semplice diatriba tra specialisti, su quale energia sia meglio o peggio, ma che porti una critica radicale alla società che lo produce.

NON ESISTE OPPOSIZIONE AL NUCLEARE SENZA UNA CRITICA AL MONDO CHE LO PRODUCE !

volantino distribuito Trieste Venezia